Tale nota regola la prescrizione di una parte degli antibiotici iniettabili (tobramicina, piperacillina + tazobactam, piperacillina, netilmicina, mezlocillina, gentamicina, cefotaxima, cefoperazone, cefodizima, cefepime, ampicillina + sulbactam, amikacina).
A decorrere dal 27 ottobre 2009 infatti sono stati eliminati dalla nota i seguenti antibiotici: cefamandolo, cefonicid, ceftezolo, cefurossima, cefmetazolo, cefotetan, cefoxitina, ceftazidima, ceftixozima, ceftriaxone, ticarcillina + acido clavulanico.
La prescrizione a carico del SSN dei suddetti antibiotici iniettabili per l’uso comunitario è limitata alle seguenti condizioni:
- trattamento iniettivo di infezioni gravi delle vie respiratorie, delle vie urinarie, dei tessuti molli, intra-addominali, ostetrico-ginecologiche, ossee e articolari
- trattamento iniettivo delle infezioni causate da microrganismi resistenti ai più comuni antibiotici, particolarmente nei pazienti immunocompromessi
Background scientifico
Gli obiettivi dell’uso di antibiotici
iniettabili a livello domiciliare sono:
-
ottenere il successo terapeutico in caso di infezioni gravi in ambienti extra-ospedalieri, in particolare anche quando sia in causa un agente eziologico resistente ai più comuni antibiotici o nel paziente immunocompromesso;
-
limitare l’induzione di meccanismi di resistenza nei patogeni presenti in comunità.
La scelta terapeutica è quasi sempre
su base empirica, basata su una diagnosi eziologica presuntiva, su linee guida
locali, nazionali o internazionali, ma, ove possibile, va ricercata la diagnosi
microbiologica che consenta una terapia mirata.
Possiamo suddividere i
farmaci presenti nella nota in :
-
Cefalosporine di III (cefoperazone) e di IV generazione (cefepime).
-
Aminopenicilline protette (ampicillina+sulbactam).
-
Ureidopenicilline (mezlocillina e piperacillina).
-
Ureidopenicilline protette (piperacillina–tazobactam).
-
Aminoglicosidi (amikacina, gentamicina, netilmicina, tobramicina).
La maggior parte di queste molecole,
identificate da un asterisco, sono efficaci nei confronti di Pseudomonas
aeruginosa. In particolare le ureidopenicilline associate ad inibitori delle
betalattamasi presentano un ampio spettro di efficacia e sono inoltre
caratterizzate da una modesta tendenza all’induzione di resistenze. Le
cefalosporine di III e IV generazione, così come le ureidopenicilline, associate
o meno ad inibitori delle betalattamasi e gli aminoglicosidi mantengono di norma
una buona attività anti-Pseudomonas.
Un razionale utilizzo degli
antibiotici permette di preservare l’ambiente territoriale extraospedaliero
dalla diffusione delle resistenze batteriche, mantenendolo separato da quello
ospedaliero ed evitando il ricorso all’ospedalizzazione per trattare infezioni
risolvibili efficacemente al domicilio del paziente.
N.B. Tali farmaci non dovrebbero
rappresentare, di norma, la prima scelta terapeutica, ma vanno riservati a casi
selezionati, anche allo scopo di prevenire l’insorgere di ceppi resistenti sul
territorio.
Nota AIFA n. 55 integrale
Nota AIFA n. 55 integrale
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